Dopo il convegno di febbraio con tutti i sindaci del Seveso, il CCTS (Coordinamento Comitati Torrente Seveso) ha organizzato due tavoli tecnici:

  le vasche di laminazione per raccogliere le piene del fiume e

  le attività per pulire l’acqua.

Sul primo argomento ormai anche chi gestisce le acque ha fatto capire che costruire grandi invasi, per raccogliere liquami di fognatura misti ad acqua piovana, è un modo vecchio, costoso e sprecone per controllare le piene.

In tempi di pesante siccità è ormai chiaro che le acque di pioggia devono filtrare nel territorio su cui cadono, ed essere quindi utilizzate. Si chiama Invarianza idraulica.

Il secondo argomento, disinquinamento delle acque, è uno dei nodi cruciali: infatti sono molte centinaia gli scarichi, abusivi o legali, nel Seveso che ne causano il cattivo stato qualitativo.

Oltre al potenziamento dei depuratori (cosiddetti “a membrana”) e al censimento degli scarichi, dovrà essere accertato chi scarica.

L’autorizzazione a scaricare (di Agenzia Regionale Per l’Ambiente) dovrà essere ciclica, ripetuta e con analisi di qualità buona ogni volta.

Ovviamente sarà da privilegiare lo scarico al depuratore e, ovunque sia possibile, la diffusione di parchi di fitodepurazione attraverso percorsi naturali  come quello in progetto a Calderara.

Sembrerebbero semplici provvedimenti di buonsenso ma si sa che “via il gatto i topi ballano”: servirà l’attenzione puntuale, diligente e severa di ARPA e associazioni e cittadini che vigilino costantemente.  (continua…)

Esempio di Parco di Fitodepurazione