Perché un aumento della temperatura media della Terra di solo 1,2 gradi rispetto all’epoca preindustriale può portare ad un caldo così estremo come stiamo vivendo in questi giorni?

Innanzi tutto bisogna considerare che ci sono zone che si riscaldano di più e zone che si riscaldano di meno. Quando si parla di media le zone che si riscaldano di meno contribuiscono ad abbassare il valore medio aritmetico. Per esempio se abbiamo una zona a zero gradi ed una a 10°C la media di 5°C non ci fa capire che in una zona fa un freddo barbino e nell’altra si sta benino.

Una delle zone che si riscalda meno sono gli oceani (+0,11contro i +0,27 della terraferma) che visto che occupano i ¾ del pianeta contribuiscono con la loro estensione ad abbassare il valore medio aritmetico (esempio se ho 3 zone di cui due a 2°C ed una a 20°C la media sarà 8°C)

La terraferma si riscalda più del mare, abbiamo detto, ma ci sono differenze anche tra diverse zone della terraferma. Per esempio nelle aree montane o nelle zone artiche lo scioglimento dei ghiacci (che sono di colore chiaro) lascia il posto a superfici scure che attirano il calore del sole e ne accelerano il riscaldamento.

Un altro di questi punti sensibili riguarda i paesi che si affacciano al Mediterraneo. L’Italia per esempio si è già riscaldata di +1,8 gradi, cioè il 50% in più della media globale. Perché?

Il motivo ha a che fare con la circolazione globale della nostra atmosfera.

L’equatore è il punto della terra che riceve la maggior quantità di calore. L’aria calda e umida dei Tropici si solleva negli strati superiori dell’atmosfera dove si raffredda. 

Questo crea per esempio gli alisei e le intense piogge tropicali.

Ma la circolazione dell’aria in risalita non si ferma qui: le correnti si separano verso Nord e verso Sud e raggiunti circa i 30° di latitudine Nord ed i 30° di latitudine Sud quest’aria ormai secca si è raffreddata e quindi ridiscende creando le zone di alta pressione subtropicali.

Mentre l’aria scende, diventa più calda e secca. Questo crea un’area di poche nuvole e scarse precipitazioni, favorendo quindi il deserto.

Questo modello di circolazione si chiama cella di Hadley ed ha avuto universali riscontri dalla comunità scientifica. 

 

Un effetto che le regioni di latitudine media come il Mediterraneo e l’Italia sono suscettibili di vedere (cioè un aumento della pressione a livello del mare e clima più secco). In pratica i tropici stanno risalendo verso Nord, ed il Mediterraneo e l’Italia sono il primo territorio che incontrano sul loro cammino

Le ondate di calore, le tempeste e gli incendi delle foreste per autocombustione sono eventi estremi, ma la frequenza e l’intensità di questi eventi estremi sta aumentando più velocemente della temperatura media. Anche qui il motivo è nella circolazione d’aria del pianeta. Questa volta il motivo va ricercato nel jet stream. Cos’è?

Abbiamo parlato prima della cella di Hadley che si estende grosso modo dall’ equatore fino ai 30 gradi di latitudine (sia Nord che Sud). Come si vede in figura 3, questa cella ne innesca una simile (detta cella di Ferrel) ed una cella Polare. L’insieme di queste aree di circolazione dell’aria genera un flusso ad alta velocità che scorre continuamente tra le aree temperate e quelle artiche, e che fa da “nastro trasportatore” di tutti i sistemi meteorologici.

A causa del riscaldamento, questo flusso d’aria sta rallentando e tende a “sbandarsi” verso sud, raggiungendo la bassa Europa. Il rallentamento della corrente a getto e il suo sbandamento può bloccare il transito dei sistemi ad alta pressione (tempo caldo e secco) e a bassa pressione (tempo piovoso), prolungando il loro stazionamento sullo stesso territorio. Tradotto: ondate di calore estive, ma anche tempeste autunnali, più forti e durature.

Il calore estremo non è solo “colpa” della temperatura, ma anche della mancanza di pioggia. L’aria non si scalda “dall’alto” a causa del Sole, ma “dal basso” a causa del contatto con il terreno più caldo e della radiazione solare che il suolo fa rimbalzare verso l’alto. Un suolo che contiene acqua rimane fresco, perché l’evaporazione dell’acqua rinfresca il terreno. Ma se l’acqua non c’è, il suolo si scalda più in fretta, e riscalda l’aria più intensamente. La siccità, in altre parole, propaga e prolunga le ondate di calore. Anche le piante tornerebbero utili in quanto assorbono parte della radiazione solare permettendo al terreno di rimanere più fresco e contribuendo all’emissione di acqua. L’asfalto ed il cemento, invece, peggiorano la situazione sia accumulando calore che poi viene rilasciato di notte (e quindi con minore escursione termica tra giorno e notte) sia impedendo al terreno di assorbire la pioggia.

 

In sintesi abbiamo visto come il riscaldamento globale influisca sui meccanismi del pianeta ben al di là del valore della media aritmetica. La conoscenza deve essere uno sprone a non mollare e a pretendere misure urgenti e radicali, altrimenti gli effetti saranno sempre più pericolosi e più drastici, inclusa la desertificazione.