Il Servizio Sanitario Nazionale è un bene irrinunciabile

Il Servizio Sanitario Nazionale è prevenzione, cura e riabilitazione e l’articolo 32 della nostra Costituzione tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, garantendo cure gratuite agli indigenti.

Quante volte, invece, per un esame o una particolare cura ci vengono proposti appuntamenti a date talmente lontane da risultare inutili, salvo offrirci una prestazione immediata a pagamento pieno o a tariffa “privata agevolata”?

La politica della nostra Lombardia, da Formigoni a Maroni a Fontana, ha ridotto la sanità pubblica e aperto a quella privata chiudendo interi ospedali, ambulatori pubblici e i pronto soccorso, causando una obbligatoria trasmigrazione di pazienti verso cure e strutture private.

Anche l’apertura delle “case di comunità” ha disatteso le promesse fatte in campagna elettorale e di conseguenza le aspettative dei cittadini: carenza di personale sanitario e interminabili liste d’attesa hanno costretto l’utenza a rivolgersi ancora una volta alle strutture private o addirittura a rinunciare alle cure se impossibilitati a sostenerne le spese.

Occorre quindi

1) che il governo metta a bilancio risorse finanziarie adeguate per un sufficiente numero di personale sanitario pubblico qualificato;

2) istituisca un Centro Unico di Prenotazione (agenda unica) con parità di accesso a strutture pubbliche e accreditate;

3) dia la possibilità al medico specialista di prenotare direttamente le terapie necessarie;

4) istituisca case di comunità sociosanitaria che prendano in carico le persone.

Ci aspettiamo che l’Amministrazione comunale attuale o quella dell’anno prossimo appoggi questa visione del diritto alla salute.

La salute è un diritto, non è un costo, ma un investimento che produce vantaggi per l’intera società.